ABITARE LA CITTÀ, VIVERE GLI SPAZI URBANI

Piazze piene e rumorose o vuote e tranquille? Strade pulite a costo di mandare via persone che non hanno altro posto dove vivere? Bambini liberi di giocare all’aperto o pisolino pomeridiano in camera propria?

La convivenza in città non è facile, ma smettere di abitare gli spazi pubblici, o allontanare chi è già emarginato per noi non è la risposta. La Bologna del futuro la vorremmo facile da vivere, che stimoli le relazioni con le altre persone e con l’ambiente e se ne prenda cura. Dalle case ai luoghi pubblici, sentiamo la fatica di vedere tutelati i propri bisogni e di riconoscere e tutelare quelli delle altre persone o del “bene pubblico”. Pensiamo che occorra “struttura” dove ascoltarsi, legittimarsi e trovare soluzioni, luoghi dove capire l’importanza per ciascuno dell’uso dello spazio e accordarsi su modalità nuove là dove sono sorti problemi, sapendo che sentirsi non visti nei propri bisogni è una ferita per tutte e che sono l’incontro tra persone, la cultura e la socialità a creare cittadine e cittadini sensibili, consapevoli e felici.

Spazi di aggregazione e socialità

  • Aumentare le risorse economiche e l’accesso al credito con canali specifici. Come per le aziende, la sopravvivenza degli spazi culturali/sociali e il loro consolidamento passa dal garantire sostegni adeguati per potersi riprendere
  • Concordare analisi e direzioni di sviluppo istituendo processi ed evaluation partecipative che garantiscano il mutuo riconoscimento tra istituzioni e spazi culturali/sociali, integrando maggiormente  questi ultimi come parte integrante del sistema culturale/sociale di una città, al pari di biblioteche e scuole dell’infanzia;
  • Realizzare  una mappatura pubblica degli spazi culturali, accessibile a tutte, che sostenga la circuitazione di contenuti e immaginari;
  • Preferire lo strumento della coprogettazione tra pubblico e terzo settore, per favorire la partecipazione dei cittadini e rispondere ai loro bisogni;
  • Prevedere criteri specifici per assegnare le risorse pubbliche che valorizzino i progetti con azioni mirate rivolte a promuovere lo sviluppo di comunità collaborative e accoglienti (mercato rionale anche periodico, spazi commerciali di vicinato, presidio sanitario, centro/i sociale/i per tutte le fasce di età, area proiezioni/spettacoli, biblioteche degli oggetti);
  • Prevedere clausole anti-separazione sociale che vincolino progetti e servizi per target specifici (anziani persone senza dimora etc) a proporre azioni e favorire l’incontro con altri gruppi sociali, in un’ottica intersezionale;
  • Garantire spazi di socialità, incontro, lotta ed elaborazione politica a realtà anche non riconosciute giuridicamente, ma con rappresentatività di parte della cittadinanza;
  • Creare una mappa pubblica degli spazi pubblici vuoti, favorire il loro riutilizzo, anche temporaneo, aggiornando per ciascuno le azioni svolte.

Spazi verdi

  • Creare nuovi giardini e spazi verdi urbani;
  • Riqualificare i cortili scolastici con arredi creativi e verde;
  • Aprire i cortili scolastici a tutte e tutti oltre l’orario di scuola aumentando così gli spazi di prossimità  attraverso regolamenti condivisi con il Comune;
  •  Promuovere le nuove norme sui cortili di condominio che aprono al gioco libero dei bambini/e;
  • Mappare gli spazi verdi e pedonali per valorizzare il loro potenziale ludico e l’interazione tra bambine, bambini e adolescenti (es. mercatini, incontri e occasioni a tema, momenti di gioco, ecc); 
  • Scegliere materiali certificati ed ecocompatibili per arredare gli spazi verdi urbani, in particolare dove sono presenti giochi (legno, cartoni,sabbia,  ecc.);
  • Promuovere l’educazione all’aperto nelle scuole primarie e secondarie di primo grado  fornendo formazione e attrezzature, es. aule all’aperto, coinvolgendo la comunità scolastica: insegnanti, ausiliari e genitori.

Ecologia, rigenerazione della città, mobilità sostenibile

  • Istituire ove possibile strade scolastiche chiuse al traffico nelle ore di accesso e uscita dalla scuola per rendere sicuro ed accessibile l’area antistante alle scuole;
  • Incrementare le fontanelle pubbliche e fontane a raso per abbellire la città e rendere gli spazi più fruibili da tutti.
  • Ridurre i livelli di circolazione di automobili e favorire la realizzazione di aree pedonali più estese e sicure;
  • Realizzare progetti di rigenerazione urbana e non ampie edificazioni su nuovo suolo (limitare per quanto possibile nuove costruzioni);
  • Adeguare degli edifici a livello energetico, puntando sul risparmio e sull’autosufficienza energetica;
  • Riequilibrare vie, strade, piazze in tutti i quartieri con percorsi ciclabili sicuri su tutte le strade radiali
  • Completare la rete ciclabile prevista dal Biciplan, con standard progettuali coerenti anche nella città metropolitana
  • Promuovere il trasporto pubblico in orari serali/notturni e festivi (bus + treni) con attenzione all’intermodalità (bici+treno).
  • Accelerazione del progetto tranviario, con la prima linea che deve vedere le prime tratte funzionali attivate entro pochi anni e arrivare a compimento entro il mandato, parallelamente alla progettazione delle linee successive. Il tram dovrà prevedere il trasporto bici, analogamente alle altre principali realtà italiane
  • Organizzare raccolta differenziata dei rifiuti tramite porta a porta, cassonetti interrati, piccola stazione ecologica
  • Contrastare in modo più efficace i furti di biciclette con attenzione della Municipale e rastrelliere sicure in tutta la città in quantità commisurata alle esigenze di sosta ciclabile
  • Istituire velostazioni e parcheggi protetti per le bici nei principali poli di attrazione;
  • Introdurre strumenti per garantire il rispetto dei limiti di velocità come corsie stradali più strette, studio di dossi stradali compatibili con il trasporto pubblico (“cuscini berlinesi”), autovelox;
  • Potenziare le sedute negli spazi pubblici per favorire le occasioni di incontro
  • Avviare coerentemente gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e inquinanti (previsti dal PAESC, dal PUMS) costruire alcune zone ecosostenibili, “senz’auto”, con edifici efficientati a livello energetico e con servizi di prossimità, secondo la logica della “città dei 15 minuti”: in quest’ottica, implementare spazi verdi e servizi di prossimità) mercato rionale anche periodico, spazi commerciali di piccole dimensioni, presidio sanitario, centro/i sociale/i per tutte le fasce di età, area proiezioni/spettacoli, biblioteche degli oggetti). Realizzare posti auto prevalentemente ai margini dell’area ecosostenibile, meglio se in garage interrati, con accessi esterni ad essa.

Abitare la città

  • Progettare un grande piano per l’abitare a finalità pubblica attraverso la messa in rete delle varie esperienze esistenti, pubbliche e di terzo settore, il recupero di edifici pubblici e la riqualificazione di quelli esistenti, a consumo di suolo zero.
  • Elaborare un programmazione di politiche abitative che garantisca opportunità di alloggio E azioni che favoriscano la creazione di legame sociale, in particolare il dialogo tra culture e stili di vita differenti all’interno di ecosistemi urbani;
  • Favorire la nascita, la differenziazione e il confronto delle pratiche di residenzialità diffusa con finalità pubblica, quale ad esempio lo studentato diffuso;
  • Rafforzare gli strumenti di controllo pubblico nella regolazione tra domanda e offerta nel mercato immobiliare per prevenire fenomeni di speculazione;
  • Adottare ulteriori misure di sostegno all’affitto, tanto quantitativamente (strumenti di sostegno economico), quanto qualitativamente (monitoraggio delle condizioni di affitto, rafforzamento degli strumenti per il contrasto del nero e strumenti di tutela pubblica degli inquilini).
  • Introdurre strumenti a sostegno dell’affitto e dell’abitare delle soggettività non conformi o marginalizzate per genere, identità sessuale, provenienza, età, abilità.
  • Organizzare campagne di sensibilizzazione dell’amministrazione per contrastare le barriere razziste all’accesso al mercato privato, in tutela dei migranti che faticano a trovare casa;
  • Superare le grandi strutture di accoglienza a favore di case o piccoli gruppi diffusi nel territorio;
  • Istituire un fondo di sostegno per l’affitto che preveda la possibilità di fornire le caparre o altre forme di garanzie;
  • Formare un ente di controllo della situazione abitativa e della portata dei fenomeni turistici, in maniera da avere un quadro chiaro ed aggiornato per programmare gli interventi di lungo periodo;
  • Integrare le associazioni sociali rappresentative delle categorie più soggette al rischio di disagio abitativo nelle contrattazioni necessarie a sviluppare gli accordi per il canone concordato.