IL MANIFESTO
INTRODUZIONE
Negli ultimi decenni le scelte di sviluppo locali, nazionali e internazionali non sono state orientate al benessere delle comunità e delle cittadine e dei cittadini. In Italia l’aumento della povertà assoluta, la crisi ambientale, i tagli a servizi essenziali come sanità e scuola, e in parallelo la crescita e la concentrazione della ricchezza per i grandi patrimoni mostrano come ciò che è essenziale per la vita delle persone sia stato ripetutamente sacrificato per gli interessi privati di pochi, soppiantato da logiche di egoismo, con limiti e controlli democratici inefficaci.
La crisi del Coronavirus ha reso ancora più evidenti gli errori di questa logica. Abbiamo visto che una comunità è in salute solo se tutte le persone sono in condizione di stare bene, se la sanità è diffusa e c’è collaborazione verso un obiettivo comune, non se i gruppi più forti si aggiudicano per primi i vaccini o le risorse. Così per i temi ambientali, per le diversità legate all’identità sessuale, per l’infanzia degli adulti di domani: il nostro benessere è connesso a quello delle altre persone e dell’ambiente, se ce ne prendiamo cura cresce con loro, se ce ne freghiamo alla lunga stiamo peggio.


Bologna è un ecosistema denso di biodiversità delle forme di attivismo civico, che sono una potente infrastruttura di cura del bene comune. Una rete fitta di connessioni altruiste, che in questi anni ha garantito informazione, assistenza, occasioni di sviluppo non solo materiali, ma di costruzione e ricostruzione di legami sociali, di presa di parola e tutela di soggetti abbandonati, di richiamo alla realtà per le istituzioni, supporto a operatrici e lavoratrici.
Oggi le difficoltà del presente e, ancora di più, le incertezze sul futuro mettono paura. Le principali emergenze del nostro tempo, quella sanitaria insieme a quella sociale, ambientale e climatica, tutte intimamente connesse e fonte di crescenti contraddizioni sociali, di gravi crisi economica e di forti processi migratori, rischiano di far sentire impotenti e senza speranza le persone.
Solo l’unione di chi è sinceramente intenzionato a prendersi cura della nostra casa comune può avere la forza necessaria a far cambiare rotta a un mondo che sembra lanciato verso un precipizio. Solo la vicinanza di compagni e compagne di impegno, la fiducia che ogni persona sia vista e riconosciuta, la capacità di ascoltarsi e decidere insieme, può trasmettere la sicurezza e la speranza necessarie per non cedere allo sconforto e riconoscere la vacuità di presunte soluzioni autoritarie, di uomini forti, comportamenti uniformati, muri contro le diversità e punizioni severe, che storicamente non hanno mai dimostrato di portare nulla di buono.
Dobbiamo dunque, tutti insieme cittadine, cittadini e istituzioni, affrontare i problemi rinnovando le nostre pratiche democratiche di dialogo, perché si affermino coerentemente nuove pratiche di cura, di prevenzione, di conversione ecologica e di organizzazione delle comunità, in una prospettiva intersezionale che si concretizzi sempre più.
Ecco perché vorremmo che ogni scelta del presente vedesse il concorso ed il protagonismo del più largo numero possibile di soggetti, abbandonando ogni tentazione di “accelerazione di iter istituzionali” che, anziché valorizzare il contributo responsabile di associazioni e cittadini, restringa ulteriormente il potere decisionale.
Arriviamo quindi a questo appuntamento elettorale volendo porre l’attenzione e metterci in dialogo su cinque valori fondanti, che crediamo debbano essere al centro del programma politico della prossima amministrazione. Cinque nodi dove vogliamo presentare alla città ostacoli e proposte per superarli, per fare in modo che la Bologna dei prossimi dieci anni sia una città aperta e attenta ai diritti di tutte e tutti, con particolare attenzione alle persone invisibilizzate. Una città che pratichi la creatività e la legalità democratica, la partecipazione e l’empowerment di tutte le fasce di popolazione, dove tutte le soggettività trovino spazio per esprimersi, essere ascoltate e fare la propria parte per stare tutte meglio.

I CINQUE VALORI / NODI PROBLEMATICI
ABITARE LA CITTÀ, VIVERE GLI SPAZI URBANI
L’umanità senza linguaggio, senza società non può vivere. Gli spazi di aggregazione sono l’anello di congiunzione tra la persona e la dimensione sociale e collettiva, luoghi dove possono esprimersi il mutualismo e la solidarietà, dove si crea la cultura che unisce le comunità, si trova risposta ai bisogni di divertimento, compagnia, leggerezza o impegno politico, spazi che sono allo stesso tempo capaci di produrre beni immateriali ed economia e posti di lavoro. La profonda crisi che stanno attraversando a causa della pandemia, di cui in pochi parlano e pare nessuno si occupi, rischia di mettere in discussione la sopravvivenza di questi spazi: da qui la necessità di condividere un ragionamento sul loro futuro, su come sostenerli in questa fase di emergenza e sul ruolo che possono svolgere nella città dei prossimi anni. Questi spazi sono un pezzo del welfare di questa città; un welfare di prossimità che va sostenuto e rafforzato per dare risposte concrete alla diseguaglianze che il coronavirus ha accentuato, ma anche per dare rappresentanza alle fasce di popolazione più fragili e invisibili, ai loro desideri e aspettative.
Questi spazi sono un presidio democratico in quanto luogo di partecipazione alla vita sociale e culturale e sono una garanzia per la sicurezza di tutti di contro ad un’idea di sicurezza prevalentemente basata sulla militarizzazione e sul controllo: un concetto spesso evocato, che mal si concilia ad una città come Bologna. Occorre invertire la rotta attraverso forme di animazione sociale e territoriale. Questo oltre che essere un processo fisico che si realizza coinvolgendo nei territori le persone che vi abitano è un processo culturale. La percezione di insicurezza che vivono le fasce più fragili e le persone non conformi alle norme socio-economiche deve essere scardinata attraverso l’occupazione positiva di spazi. In questo senso molto può essere fatto attraverso un ruolo di coordinamento e di semplificazione del modo di amministrare: i patti di collaborazione sono stati uno spunto importante a cui si è dato un seguito limitato e non esplorato fino in fondo. Qui un ruolo importante potrebbero giocarlo i quartieri che dovrebbero essere l’amministrazione più vicina ai cittadini.
Occorre garantire la piena accessibilità a tutti i soggetti interessati, sburocratizzando i rapporti tra Comune e cittadinanza, favorendo la partecipazione e rispettando le esigenze dei diversi fruitori. Nell’ottica di una Città realmente accogliente è fondamentale offrire una pluralità di spazi e servizi non discriminanti, in particolare verso i soggetti marginalizzati (senza dimora, migranti, donne, persone di genere non conforme…) e verso categorie come gli anziani e bambini. Le misure da adottare per rendere uno spazio veramente accessibile sono molteplici e vanno dagli adeguamenti architettonici, per permettere alle persone con disabilità motorie di entrare e muoversi nello spazio in maniera agile e autonoma, alle pratiche di inclusione, per garantire a tutte le persone che abitano la città la possibilità di frequentare e vivere gli spazi pubblici appieno, senza limitazioni e senza dover dipendere dall’assistenza altrui.
Particolare attenzione va riservata agli spazi verdi che vanno potenziati e qualificati. Debbono essere pienamente fruiti da parte di tutte le fasce d’età e categorie sociali, con particolare attenzione all’infanzia e all’adolescenza, che negli spazi aperti esprimono più di altri le loro peculiarità. Bambini e bambine, ragazze e ragazzi hanno diritto a vivere in una città che rispetti i loro bisogni evolutivi, fisici e relazionali con adulti che sappiano accogliere le proprie responsabilità formative e attuare e innovare le proposte per spazi verdi e di gioco. Per loro, ma non solo, è necessario diffondere la cultura del gioco libero non relegandolo necessariamente in aree attrezzate ed è altresì indispensabile favorire l’estendersi di una pratica e di una cultura che favorisca l’educazione all’aperto. Bisogna incrementare le sedute pubbliche per socializzare, le fontanelle per soddisfare i bisogni del caldo estivo di tutte le fasce della popolazione, installare fontane a raso e altri elementi ludici e ricreativi per abbellire la città e rendere gli spazi più accessibili, fruibili e gradevoli. Una città più bella e più pulita educa all’ordine interiore e infonde sicurezza a tutta la comunità, una città dove si da priorità al traffico e al disordine mortifica le persone, le rende timorose e crea un effetto spaesamento.
Spazi di aggregazione e socialità
- Aumentare le risorse economiche e l’accesso al credito con canali specifici. Come per le aziende, la sopravvivenza degli spazi culturali/sociali e il loro consolidamento passa dal garantire sostegni adeguati per potersi riprendere
- Concordare analisi e direzioni di sviluppo istituendo processi ed evaluation partecipative che garantiscano il mutuo riconoscimento tra istituzioni e spazi culturali/sociali, integrando maggiormente questi ultimi come parte integrante del sistema culturale/sociale di una città, al pari di biblioteche e scuole dell’infanzia;
- Realizzare una mappatura pubblica degli spazi culturali, accessibile a tutte, che sostenga la circuitazione di contenuti e immaginari;
- Preferire lo strumento della coprogettazione tra pubblico e terzo settore, per favorire la partecipazione dei cittadini e rispondere ai loro bisogni;
- Prevedere criteri specifici per assegnare le risorse pubbliche che valorizzino i progetti con azioni mirate rivolte a promuovere lo sviluppo di comunità collaborative e accoglienti (mercato rionale anche periodico, spazi commerciali di vicinato, presidio sanitario, centro/i sociale/i per tutte le fasce di età, area proiezioni/spettacoli, biblioteche degli oggetti);
- Prevedere clausole anti-separazione sociale che vincolino progetti e servizi per target specifici (anziani persone senza dimora etc) a proporre azioni e favorire l’incontro con altri gruppi sociali, in un’ottica intersezionale;
- Garantire spazi di socialità, incontro, lotta ed elaborazione politica a realtà anche non riconosciute giuridicamente, ma con rappresentatività di parte della cittadinanza;
- Creare una mappa pubblica degli spazi pubblici vuoti, favorire il loro riutilizzo, anche temporaneo, aggiornando per ciascuno le azioni svolte.
Spazi verdi
- Creare nuovi giardini e spazi verdi urbani;
- Riqualificare i cortili scolastici con arredi creativi e verde;
- Aprire i cortili scolastici a tutte e tutti oltre l’orario di scuola aumentando così gli spazi di prossimità attraverso regolamenti condivisi con il Comune;
- Promuovere le nuove norme sui cortili di condominio che aprono al gioco libero dei bambini/e;
- Mappare gli spazi verdi e pedonali per valorizzare il loro potenziale ludico e l’interazione tra bambine, bambini e adolescenti (es. mercatini, incontri e occasioni a tema, momenti di gioco, ecc);
- Scegliere materiali certificati ed ecocompatibili per arredare gli spazi verdi urbani, in particolare dove sono presenti giochi (legno, cartoni,sabbia, ecc.);
- Promuovere l’educazione all’aperto nelle scuole primarie e secondarie di primo grado fornendo formazione e attrezzature, es. aule all’aperto, coinvolgendo la comunità scolastica: insegnanti, ausiliari e genitori.
Ecologia, rigenerazione della città, mobilità sostenibile
- Istituire ove possibile strade scolastiche chiuse al traffico nelle ore di accesso e uscita dalla scuola per rendere sicuro ed accessibile l’area antistante alle scuole;
- Incrementare le fontanelle pubbliche e fontane a raso per abbellire la città e rendere gli spazi più fruibili da tutti.
- Ridurre i livelli di circolazione di automobili e favorire la realizzazione di aree pedonali più estese e sicure;
- Realizzare progetti di rigenerazione urbana e non ampie edificazioni su nuovo suolo (limitare per quanto possibile nuove costruzioni);
- Adeguare degli edifici a livello energetico, puntando sul risparmio e sull’autosufficienza energetica;
- Riequilibrare vie, strade, piazze in tutti i quartieri con percorsi ciclabili sicuri su tutte le strade radiali
- Completare la rete ciclabile prevista dal Biciplan, con standard progettuali coerenti anche nella città metropolitana
- Promuovere il trasporto pubblico in orari serali/notturni e festivi (bus + treni) con attenzione all’intermodalità (bici+treno).
- Accelerazione del progetto tranviario, con la prima linea che deve vedere le prime tratte funzionali attivate entro pochi anni e arrivare a compimento entro il mandato, parallelamente alla progettazione delle linee successive. Il tram dovrà prevedere il trasporto bici, analogamente alle altre principali realtà italiane
- Organizzare raccolta differenziata dei rifiuti tramite porta a porta, cassonetti interrati, piccola stazione ecologica
- Contrastare in modo più efficace i furti di biciclette con attenzione della Municipale e rastrelliere sicure in tutta la città in quantità commisurata alle esigenze di sosta ciclabile
- Istituire velostazioni e parcheggi protetti per le bici nei principali poli di attrazione;
- Introdurre strumenti per garantire il rispetto dei limiti di velocità come corsie stradali più strette, studio di dossi stradali compatibili con il trasporto pubblico (“cuscini berlinesi”), autovelox;
- Potenziare le sedute negli spazi pubblici per favorire le occasioni di incontro
- Avviare coerentemente gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e inquinanti (previsti dal PAESC, dal PUMS) costruire alcune zone ecosostenibili, “senz’auto”, con edifici efficientati a livello energetico e con servizi di prossimità, secondo la logica della “città dei 15 minuti”: in quest’ottica, implementare spazi verdi e servizi di prossimità) mercato rionale anche periodico, spazi commerciali di piccole dimensioni, presidio sanitario, centro/i sociale/i per tutte le fasce di età, area proiezioni/spettacoli, biblioteche degli oggetti). Realizzare posti auto prevalentemente ai margini dell’area ecosostenibile, meglio se in garage interrati, con accessi esterni ad essa.
Abitare la città
- Progettare un grande piano per l’abitare a finalità pubblica attraverso la messa in rete delle varie esperienze esistenti, pubbliche e di terzo settore, il recupero di edifici pubblici e la riqualificazione di quelli esistenti, a consumo di suolo zero.
- Elaborare un programmazione di politiche abitative che garantisca opportunità di alloggio E azioni che favoriscano la creazione di legame sociale, in particolare il dialogo tra culture e stili di vita differenti all’interno di ecosistemi urbani;
- Favorire la nascita, la differenziazione e il confronto delle pratiche di residenzialità diffusa con finalità pubblica, quale ad esempio lo studentato diffuso;
- Rafforzare gli strumenti di controllo pubblico nella regolazione tra domanda e offerta nel mercato immobiliare per prevenire fenomeni di speculazione;
- Adottare ulteriori misure di sostegno all’affitto, tanto quantitativamente (strumenti di sostegno economico), quanto qualitativamente (monitoraggio delle condizioni di affitto, rafforzamento degli strumenti per il contrasto del nero e strumenti di tutela pubblica degli inquilini).
- Introdurre strumenti a sostegno dell’affitto e dell’abitare delle soggettività non conformi o marginalizzate per genere, identità sessuale, provenienza, età, abilità.
- Organizzare campagne di sensibilizzazione dell’amministrazione per contrastare le barriere razziste all’accesso al mercato privato, in tutela dei migranti che faticano a trovare casa;
- Superare le grandi strutture di accoglienza a favore di case o piccoli gruppi diffusi nel territorio;
- Istituire un fondo di sostegno per l’affitto che preveda la possibilità di fornire le caparre o altre forme di garanzie;
- Formare un ente di controllo della situazione abitativa e della portata dei fenomeni turistici, in maniera da avere un quadro chiaro ed aggiornato per programmare gli interventi di lungo periodo;
- Integrare le associazioni sociali rappresentative delle categorie più soggette al rischio di disagio abitativo nelle contrattazioni necessarie a sviluppare gli accordi per il canone concordato.
LUDICITÀ E CULTURA DEL GIOCO LIBERO
Si ritiene fondamentale, per rispondere ai bisogni evolutivi, fisici e relazionali, di bambini e ragazzi e per uno sviluppo inclusivo delle loro relazioni sociali, promuovere la dimensione del gioco in forme libere e creative, valorizzando anche gli spazi non formalizzati e non strutturati.
Si dovrebbero progettare aree gioco innovative in armonia con gli ambienti naturali che rispondano alle esigenze di avventura e movimento di cui ogni bambina e bambino è portatore. Luoghi che possano interrompere la ripetitività e l’omologazione cittadina e che riescano a preservare la fantasia e il “pericolo” spesso presente nel gioco dei bambini.
Per consentire lo sviluppo di un senso di appartenenza agli oggetti e ai luoghi pubblici si dovrebbe porre l’attenzione su un ampio coinvolgimento cittadino nella progettazione degli spazi, dando voce a bambine, bambini, ragazze e ragazzi. Momenti in cui sarebbe possibile raccogliere i loro bisogni e creare un ponte intergenerazionale tra più grandi, più piccoli e gli stessi adulti che, mettendosi in ascolto orientano, verificano e realizzano l’opera condivisa.
E’ secondo noi necessario promuovere e facilitare la pratica dell’educazione all’aperto incentivando la formazione degli adulti e diffondendo le esperienze già realizzate. A scuola sarebbe necessario migliorare o implementare gli spazi, se inadeguati o mancanti e fornire gli ausili o arredi che possono agevolare l’azione educativa. In città si dovrebbe pensare che ogni spazio verde può favorire momenti di apprendimento all’aperto e quindi va salvaguardato, reso agibile e messo in sicurezza per i bambini e chi li accompagna.
Crediamo, inoltre, che l’aspetto ludico non sia fondamentale solo per bambine, bambini e adolescenti, ma anche per gli adulti. In futuro, ci immaginiamo una Bologna che incentivi forme, modi e spazi di creatività e di produzione artistica anche underground.
Proposte
- Inserire il diritto al gioco nel PUG cittadino;
- Progettare aree gioco stimolanti, ascoltando bambine e bambini su quello che vorrebbero (momenti di autoprogettazione intergenerazionale) e stimolando gli adulti ad accettare la “pericolosità” dei giochi fantasiosi che sono in sicurezza come gli altri;
- Installazione di aree gioco accessibili anche a bambine e bambini disabili;
- Creare aree gioco che non discriminino dal punto di vista del genere, dando ad ognuna la libertà di scegliere come giocare, come divertirsi e con quali strumenti sviluppare le proprie attitudini, nel rispetto delle altre persone.
- Promuovere e incentivare le pratiche di educazione all’aperto.
- Organizzare una festa del gioco pubblico per sensibilizzare la cittadinanza
PARTECIPAZIONE E PRESA DI POTERE
Compito fondamentale della democrazia è rendere possibile la partecipazione di tutte e tutti, creando spazi di dibattito pubblico accessibili e diffusi sul territorio, rafforzando gli strumenti di partecipazione anche al di fuori degli appuntamenti elettorali.
Premessa della partecipazione e della presa di potere sono informazione e trasparenza. Cittadine e cittadini devono poter accedere agilmente alle informazioni, affinché le scelte comunali siano comprensibili a pieno.
Infine la formazione può e deve essere alla base della partecipazione giovanile, ma più in generale la partecipazione dev’essere percepita come forma di arricchimento sociale e culturale, come processo di empowerment.
Spazio di dibattito pubblico
- Valutare l’accessibilità per quanto riguarda tempi e spazi dei dibattiti pubblici, introdurre azioni per aumentarla, per fare sì che anche le soggettività non riconosciute possano prendere parola e ed essere incluse nell’elaborazione politica in maniera trasversale;
- Finanziare progetti di ricerca-azione che facilitino la partecipazione attiva delle comunità migranti sul territorio (dai quartieri, ai laboratori di partecipazione);
- Implementare il lavoro a lungo termine di mediatori culturali: affiancare alla facilitazione linguistica la promozione della capacità di comprendere cosa vuol dire “partecipare”, quali sono le forme e le possibilità di intervento;
- Assemblee basate su tecniche comunicative che favoriscano la partecipazione attiva;
- Rafforzare il ruolo delle consulte.
Trasparenza delle istituzioni pubbliche
- Introdurre infografiche e pagine dedicate sul sito del Comune sulle principali scelte economiche;
- Introdurre infografiche e pagine dedicate sul sito del Comune sulla relazione annuale del responsabile della prevenzione della corruzione;
- Introdurre infografiche e pagine dedicate sul sito del Comune sui principali appalti banditi dal Comune;
- Introdurre infografiche e pagine dedicate sul sito del Comune sulle nomine nelle partecipate;
- Rendere più visibili sul sito del Comune gli strumenti di denuncia di fenomeni corruttivi, già predisposti dall’amministrazione. Indicare in modo più evidente chi sia responsabile anticorruzione e come sia possibile mettersi in contatto;
- Rendere pubbliche le audizioni per i dirigenti nominati dal Comune nelle sue partecipate.
Empowerment della cittadinanza, formazione e diritti degli adolescenti
- Introdurre percorsi scolastici fin dalla scuola primaria (quando di competenza) ed extrascolastici coinvolgendo gli enti del terzo settore in quanto comunità educante, sui temi dei diritti, dell’antimafia, della partecipazione, mirati all’acquisizione di capacità di ascolto, interazione, presa di parola;
- Incentivare la realizzazione dei Consigli di Quartiere dei ragazzi;
- Prevedere nei bandi/nelle coprogettazioni dei servizi di welfare ambiti specifici di decisione da parte dei beneficiari, favorendo forme anche parziali di autogestione;
- Potenziare il rapporto con l’Università per favorire la sperimentazione pedagogica innovativa, finanziando l’implementazione di servizi integrativi quali ludoteche, centri gioco, luoghi di formazione, di socializzazione e di ascolto per bambini e genitori per rendere Bologna un polo di riferimento sul gioco come strumento di costruzione sociale;
- Diffondere l’educazione alle differenze in tutte le fasce d’età;
- Creare luoghi reali e virtuali di confronto e di informazione tra generazioni diverse;
- Investire negli spazi aggregativi in ogni quartiere, anche volti all’autogestione del luogo;
- Produrre comunicazione sui temi degli adolescenti rivolte anche agli adulti;
- Favorire esperienze di progettazione partecipata nella città con i ragazzi a scuola e nel tempo libero.
LEGALITÀ DEMOCRATICA
La legalità democratica è la legalità dei diritti di tutte e tutti, ovvero un rispetto delle leggi e delle norme che tiene in considerazione le minoranze e i più deboli. La sostanza della legalità democratica è la responsabilità attiva, che spinge le istituzioni al dialogo con la società in un rapporto di ascolto attivo dei bisogni, delle necessità, delle paure, delle richieste, delle proposte.
In generale, si richiede di reinterpretare il concetto di sicurezza partendo dalla centralità della tutela di cittadine e cittadini in tutti gli aspetti della loro vita sociale, dal lavoro all’abitare, dalla mobilità al benessere e ai beni comuni. Affinché venga garantito il benessere di tutte e tutti è importante che vengano rimossi alcuni limiti che inibiscono il diritto all’abitare, prevedendo un diverso ruolo delle istituzioni pubbliche. In quest’ottica si inserisce anche la percezione dei beni confiscati alla criminalità organizzata come beni comuni, patrimonio della città.
Una sicurezza, inoltre, che vada oltre il contrasto al micro-reato analizzando i fenomeni più rilevanti che vi stanno alla base. Occorre dimostrare che si vuole tutelare la salute e il benessere di tutte le persone coinvolte, non l’apparenza urbana di chi, con una casa e un lavoro garantito, è più facilmente preoccupato di aspetti superficiali come il decoro. Servono soluzioni adattate alle persone, non serve che le persone si adattino alle soluzioni.
Contrasto ai fenomeni criminali
- Fornire spazi di ascolto, opportunità di denuncia, valide alternative a soggetti coinvolti in episodi di piccola criminalità o alla base della catena criminale e raccogliere le loro testimonianze per ricostruire la catena e comprendere il fenomeno complessivo, ad esempio per quanto riguarda il narcotraffico.
- Nell’intervento con le persone senza dimora o altre soggettività emarginate, utilizzare strumenti amministrativi come le multe come extrema ratio e solo se accompagnate da un aumento di risorse e interventi sociali mirati
- Riconoscimento del sex working e campagne di sensibilizzazione contro lo stigma e per la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori
- Sensibilizzazione nelle scuole e sui luoghi di lavoro sui fenomeni che si celano dietro i microreati, su come riconoscerli e contrastarli, diffondendo la consapevolezza della presenza e del radicamento della criminalità organizzata anche sul nostro territorio, della sua influenza all’interno del mercato del narcotraffico e delle dinamiche di violenza e sfruttamento che caratterizzano alcuni settori produttivi.
Beni confiscati alle organizzazioni criminali
- Monitorare i beni presenti sul territorio e manifestare interesse per la loro acquisizione, con particolare attenzione al riutilizzo sociale;
- Istituire un tavolo e avere rapporti costanti con le altre Istituzione per favorire il riutilizzo sociale;
- Implementare lo spazio dedicato sul sito del Comune rendendolo più visibile e riportando non solo la presenza, raccontandone anche la storia;
- Introdurre deroghe nei regolamenti comunali e norme ad hoc, attraverso un regolamento dedicato, qualora il Comune diventi proprietario di un bene confiscato.
UNIVERSALITÀ DEI DIRITTI
Una città capace di tutelare i diritti di tutte le persone deve operare per la piena realizzazione della cittadinanza di ciascuna e ciascuno.
L’amministrazione cittadina dovrebbe impegnarsi, con tutti i poteri di cui dispone, per attuare una politica di giustizia sociale e promuovere una vasta opera di cultura e di educazione all’identità e alle differenze nella scuola per quanto in suo potere e nella città in raccordo con le associazioni portatrici di valori e di esigenze delle diverse comunità già ampiamente operanti nella nostra realtà sociale. L’amministrazione comunale dovrebbe impegnarsi per un monitoraggio costante e attento della propria realtà territoriale di competenza al fine di verificare la presenza di eventuali situazioni di rischio che non garantiscano il rispetto dei diritti di alcune persone, a partire dal diritto alla casa per persone senza dimora, il cui sistema di accoglienza va radicalmente trasformato, passando per i diritti dei migranti, alcuni dei quali non riuscendo ad ottenere la residenza vengono esclusi dall’accesso ad alcuni servizi comunali.
Tra i soggetti più fragili, come ci ha dimostrato la recente tragica stagione della pandemia, c’è anche l’infanzia, che comprende persone tra 0 e 18 anni. I loro bisogni sono stati spesso disattesi perché queste fasce d’età non hanno voce in capitolo nelle politiche economiche e sociali del Paese, e non vengono quasi mai considerate se non in una logica di mercato e consumo.
E’ necessario quindi rafforzare e diffondere la Convenzione ONU del 1989 sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. In particolare, nella nostra realtà sociale va difeso l’articolo 31 che proclama il diritto delle bambine e dei bambini a muoversi in autonomia, ad avere aria pulita e spazi sicuri in cui spostarsi, a fare esercizio fisico e a sviluppare correttamente le proprie abilità motorie, di orientamento e di relazione. E’ infatti necessario garantire il diritto a sentirsi sicuri e protetti nello spazio urbano e nelle relazioni con l’ambiente formativo. Inoltre, in particolare per i diritti degli adolescenti è necessario dar loro gli strumenti e la possibilità di esprimere la propria voce e di ricevere l’ascolto che spesso viene loro negato.
Si richiede la costruzione di osservatori permanenti in grado di monitorare costantemente particolari situazioni di bisogno tramite strumenti scientifici, che coinvolgano la cittadinanza tanto nella fase d’indagine, quanto nella fase di restituzione e costruzione di proposta. Inoltre, quando di competenza, il Comune deve dare alternative alle persone più in difficoltà, fornire loro possibilità di scelta.
Possibilità di scelta
- Promuovere ricerche e momenti di divulgazione circa il fenomeno delle estorsioni, del sovraindebitamento e del racket sul territorio bolognese, che porti alla redazione di un protocollo comunale e alla riapertura di uno sportello di assistenza per i commercianti;
- Implementare le possibilità e i percorsi di reinserimento per adulti e minori durante e dopo il periodo di detenzione per potenziare il UEPE;
- Costituire un tavolo permanente sulla condizione dei soggetti migranti di cui oltre alla Prefettura facciano parte gli enti gestori e le associazioni più rappresentative che si occupano del tema;
- Promuovere un tavolo di confronto insieme a Questura e Prefettura per facilitare la procedura di rilascio dei visti e dei permessi di soggiorno per i migranti,
- Promuovere azioni di sensibilizzazione alla comunità degli adulti perché creino una rete di attenzione nei percorsi casa scuola di bambini e ragazzi. Ad es. il Quartiere potrebbe costruire patti di collaborazione con i commercianti o altre figure della zona incentivando piccole iniziative di accoglienza.